di Francesca Mugnai, psicologa clinica, Referente scientifico Antropozoa
Uomo, natura e animali è un trinomio imprescindibile, un legame chimico, fisico e relazionale che non solo è fondamentale: è vitale.
La salute umana è strettamente connessa a quella degli animali e dell’ambiente. Detto in altri termini, in quella che viene definita una visione one health tutti possiamo beneficiare e contribuire ad un benessere globale, solo prendendosi reciprocamente cura e responsabilità dell’altro.
Gli animali e gli esseri umani sono fatti di natura. E siamo fatti per stare nella natura. Fa bene. A noi esseri umani come – e forse più – agli animali, loro sono natura. Anche quelli domestici, che troppo spesso nella società di oggi, per ovvi motivi di routine quotidiana vengono lasciati dentro appartamenti, uffici, su terrazze che affacciano su strade. La metropoli ci assorbe, fisicamente e interiormente. E non fa bene. Né a noi né agli animali.
Anche chi vive in città e si prende amorevole cura del proprio cucciolo dovrebbe sempre trovare uno spazio di tempo dalla routine di corsa quotidiana, se non nella giornata almeno nella settimana per immergere il proprio animale nell’ambiente. E di conseguenza anche se stesso. Magari con una passeggiata nel verde di un parco. Magari – ancora meglio – in un bosco. Con le dovute accortezze sempre di rispetto verso l’ambiente selvatico.
La natura e la foresta sono un luogo di crescita emotiva e cognitiva, in una dimensione di legame che potrebbe definirsi “attaccamento all’ambiente”, alla natura. È la cosiddetta biofilia.
L’abbiamo detto più volte: nella relazione anche terapeutica tra l’uomo e l’animale, il benessere deve essere di entrambi. È fondamentale per la riuscita della relazione.
Come l’essere umano viene diagnosticato su vari aspetti clinici, ne viene valutato il benessere fisico e psichico, così deve essere anche per il cane e l’animale in generale.
Tanto più quando si tratta di un animale impegnato negli IAA (interventi assistiti con gli animali), la cosiddetta pet therapy.
Lo stress per chi opera in questo settore così delicato è elevato. E vale sia per l’uomo che per l’animale. Ma se l’uomo può lamentarsi, rendersi conto di aver bisogno di uno stacco, fermarsi, per l’animale non è possibile. Dobbiamo pensarci noi.
Come Antropozoa abbiamo la grande fortuna di vivere in aperta campagna e di avere ettari di terreno che gli animali vivono in libertà, e un bosco “terapeutico” tutto nostro a totale disposizione dei nostri animali. Al rientro dal “lavoro”, li lasciamo liberi di esplorare, annusare, respirare l’aria del bosco, avvicinarsi a un albero, strusciarsi, posarsi sulle sue radici. Di vivere nell’ambiente. Come la nostra natura necessita.
Lo facciamo anche con i bambini e gli adolescenti con cui costruiamo percorsi psicoeducativi: perché oltre all’interazione benefica con l’animale, anche quella con l’ambiente e la natura ha una valenza sulla sfera cognitiva, formativa e pedagogica ed è un valido supporto per lo sviluppo psichico e relazionale.
Il vivere un’esperienza all’aperto, tra natura e animali, ha un forte impatto emotivo per il cane, per il bambino, per l’adulto.
E allora prendiamoci un po’ di tempo dal “logorio della vita moderna”, come diceva una vecchia pubblicità. Andiamo a camminare per un’ora nel bosco col nostro amico animale. Farà bene a lui. Farà tanto bene anche a noi.