Nuovo contributo di Antropozoa per il giornale online GenitoriMagazine.it. Il cane è un dottore per tutti, soprattutto per i piccini? Noi ne siamo sicuri: sì!
Il cane: un ottimo “dottore”
Tanto, tantissimo.
E quanto è importante la vicinanza di un amico, vecchio o nuovo, a quattro zampe qundo invece ci sono dei problemi anche fisici, psicologici, di salute?
Ancora di più.
La nostra associazione – ormai ci conoscete – si occupa di pet therapy: facciamo interventi assistiti con gli animali in contesti di malattia, di disagio, problematici per tutte le età e per varie tipologie di malattie.
Proprio da poco abbiamo festeggiato 10 anni di attività all’interno dell’ospedale pediatrico Meyer e questo appuntamento è stata l’occasione per fare un bilancio di quanto gli animali, in particolare i cani, siano importanti nel percorso di guarigione, psicologico o riabilitativo de piccoli quando hanno problemi di salute.
L’avvicinamento di un animale, nello specifico un cane, con un piccolo degente ha un forte impatto sistemico: produce risonanze emotive, affettive e di relazione che si estendono nell’intero ambiente in cui l’intervento si realizza, oltre la singola stanza del bambino. La presenza del cane è vissuta come una novità, dà senso di leggerezza, di normalità e di semplicità rendendo l’ambiente ospedaliero meno freddo e più familiare.
I genitori – anch’essi attori dell’intervento – negli anni ci hanno più volte raccontato come l’arrivo scodinzolante dei 4 zampe nei corridoi dei reparti susciti tenerezza e vivacità, un sorriso strappato anche ai più sofferenti. Lo abbiamo sperimentato e vissuto tante volte in questi anni: l’animale dona simpatia, rappresenta una diversità sia visiva e olfattiva che motoria e, non ultimo, crea un avvicinamento empatico.
La presenza di tanti cani diversi, sia fisicamente che caratterialmente, che in questi anni si sono intervallati e succeduti nei reparti, ci ha permesso di comprendere quanto la singolarità e individualità di ognuno sia portatrice di specifiche dinamiche relazionali. Il piccolo viene coinvolto in un rapporto prima di tutto emotivo, e successivamente, in taluni casi, con obiettivi cognitivi e psicomotori, percorsi utili nel suo lungo o breve periodo di ospedalizzazione.
L’esperienza del dolore fisico coinvolge inevitabilmente anche la sfera psicologica, provocando nel bambino sentimenti di ansia, paura e talvolta anche angoscia, con possibili sensazioni di perdita di controllo e reazioni comportamentali di stress. Questi stati psicologici provocano un abbassamento della soglia dolorosa che si manifesta anche prima della procedura medica, creando uno stato di tensione per lungo periodo.
Gli interventi assistiti con gli animali vanno proprio ad agire a livello psicologico sulle emozioni che accompagnano il dolore con l’obiettivo di diminuire queste sensazioni e incrementare nel bambino le capacità di controllare il senso del dolore.
Naturalmente su tutto questo non può che influire un dono fondamentale che il bambino ha: la fantasia. La capacità di immaginazione è incrementata dalla compagnia di un cane o di un altro animale aiutandolo nel controllo del dolore già nei primissimi anni di vita, per concentrarsi su un’immagine positiva o comunque diversa dallo stato di tensione, dolore e sofferenza che sta vivendo sul momento.
L’animale dunque permette di raggiungere un alto livello di distrazione e rilassamento.
Insomma, un cane fa bene, al cuore, alla testa, al fisico, allo spirito.
Di questo siamo sempre più convinti. E chiunque ha un animale domestico in casa può testimoniarlo.
E questo rapporto può crearsi anche in un contatto di pochi giorni o pochi minuti.
Come dice Konrad Lorenz, “la scelta del padrone da parte di un buon cane è un fenomeno magnifico e misterioso. Con rapidità sorprendente, spesso in pochissimi giorni, si stabilisce un legame che è di gran lunga più saldo di tutti…”.